World’s 50 Best Bars, gli italiani sono stati grandi protagonisti dell’edizione 2020 insieme al Gin
Come ogni anni il World’s 50 Best Bars ci elenca le eccellenze mondiali nel mondo del bar e indica le evoluzioni più interessanti.
Una lista completa di rappresentanti provenienti dai cinque continenti e che ci racconta come molti dei rappresentanti siano stati premiati per l’uso di ingredienti locali. Credo che il termine “local” sia stato il più usato durante la proclamazione dei risultati in diretta mondiale. Mi ha colpito questo aspetto, c’è una ricerca quasi esasperata di ingredienti endemici che hanno elevato bar di posti apparentemente remoti in posizioni notevoli. Sicuramente si tratta di uno dei possibili percorsi da seguire, anche nel mondo del Gin.

Folta la presenza della rappresentanza italiana, ad iniziare da Ago Perrone, Giorgio Bargiani e Maura Milia, in primissima posizione col Connaught Bar di Londra, tra l’altro produttore di un esclusivo e prezioso Gin, degustabile solo in loco. Ago Perrone è da anni una delle anime che organizza il theGINday a Milano. Al secondo posto c’è il Dante di New York, che è ambientato in Italia. Alla posizione 25 c’è il 1930 di Milano, uno speakeasy capitanato da Benjamin Cavagna e Flavio Angiolillo e 10 bar dopo il Drink Kong a Roma di Patrick Pistolesi, già anima del the Gin Corner, vero locale precursore nella cura del Gin. Due inoltre i bar presenti nella lista secondaria, a cui auguro di arrivare tra i primi World’s 50 Best Bars : Freni e Frizioni da Roma e Officina da Milano.
Una piccola e finale nota d’orgoglio, tra i numerosi bar con servizio di quasi solo un ingrediente, presenti quelli a base di Mezcal, di Rum, di spiriti asiatici e Gin ovviamente, quello a cui è andata meglio è l’Atlas Bar di Singapore, giunto appena fuori dal podio, col suo menù che è una vera e propria bibbia del Gin.
Ho seguito al BCB del 2019 un seminario su questo bar, e ho avuto in mano il menù che raccoglie tutti i Gin che hanno nella collezione certificata come la più grande dal Guinness dei primati. Oltre ad essere sconfinata, c’è un attento processo di selezione: ogni etichetta viene esaminata per una settimana da un membro dello staff del bar, per poi essere presentata agli altri con una discussione aperta su cosa far arrivare in loco oppure no.
Ho trovato molto interessante questa loro suddivisione analitica del gusto dei vari Gin:
