Nella mia solita rassegna stampa mattutina legata al Gin, ho trovato una notizia che colpisce davvero molto, torna la Gin Craze.
Una baby sitter ubriaca di Gin che cade a terra con il bimbo che deve curare: torna in mente la celeberrima immagine del 1751 William Hogarth, Gin Lane, dove in primissimo piano è rappresentata proprio l’immagine di una donna che lascia cadere un neonato dalle sue braccia. Allora, l’enorme diffusione di Gin di pessima qualità, portarono a numerosi interventi del governo britannico, che furono la benedizione di questo spirito. Dopo questo periodo furono fondate le grandi Gin Dynasties.
Il disegno, illustra tutto ciò che il Gin non deve essere, è un documento fondamentale nella storia di questo liquido che tanto amiamo, una base di partenza, che è servita ad elevare la qualità media.
L’episodio di Padova è raccontato da questi giornali online:
Il fatto è gravissimo, e sarà affrontato dove di dovere, ma di nuovo, dopo secoli si torna a puntare l’indice contro il Gin, tant’è che in alcune immagini che illustrano gli articoli, si vede un ben noto brand, proprio di una di quelle famiglie che hanno fatto la storia di questo distillato. L’idea di accostare l’episodio al tipo di alcolico consumato è quantomeno maldestra, ripropone un deja-vu storico che non ha niente a che vedere con quanto accaduto. Il consumo smoderato di ogni bevanda alcolica è sicuramente e indubbiamente da condannare, sempre.
Siamo anche oggi nel bel mezzo di una “mania” del Gin, una Gin Craze, finita la quale ci saranno tanti “cadaveri” da smaltire, tante ferite da curare, e tante imprese fallite, ma quelle che resistono, quelle che crescono, lo fanno perché hanno capito come migliorare il Gin, come aumentare la qualità, anche quella percepita dal consumatore.
Auguro tanta salute al protagonista suo malgrado dell’episodio, sperando che in età adulta possa arrivare ad amare il Gin.