Il momento più emozionante del Gin Day 2015 a Milano, non me ne voglia nessun altro, è avvenuto presso lo stand del Juniper Green Organic London Dry Gin.
Notare la medaglia d’oro vinta da questo Gin al Gin Day in esposizione era una chicca molto particolare, vederla lì fisicamente, in bella mostra, è stato interessante, ma scoprire che quel Signore volato a Milano dal Regno Unito, col suo super sorriso, fosse, oltre che produttore, anche Presidente della Gin Guild mi ha emozionato davvero. Chi segue Gin Italy ha già letto a riguardo di questo Club di soli operatori del settore, che riunisce tutti i player più importanti di questo Mondo, tutti i principali Mastri Distillatori, tutte le persone che contano.
La chiacchierata con Mr. Christopher R Parker è stata davvero memorabile, ragionare con un personaggio del genere sulla qualità necessaria del alcol base usato per distillare il Gin, sulle categorie in cui dividere i Gin, in maniera super approfondita, una piccola master class a disposizione di chiunque fosse abbastanza curioso da voler andare oltre.
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In una manifestazione di questo livello, questo momento è stato davvero inaspettato: consulto sempre con interesse il sito di the Gin Guild, sposo in pieno la loro suddivisione in categorie, quindi è stata una sorpresa fantastica.
Il tutto è iniziato prendendo in mano una bottiglia dal design apparentemente semplice, ma che ha destato la mia attenzione per lo stemma posto all’apice dell’etichetta, quello del Principe del Galles: fin’ora solo Tanqueray aveva l’onore di essere il fornitore ufficiale della casata reale, dunque che se ne aggiunga un altro, ci pare una notizia da condividere. Tra centinaia di ottimi Gin prodotti nel Regno Unito, che Carlo d’Inghilterra, il nipote di quella Regina Madre tanto amante del suo immancabile e quotidiano Gin & Tonic, abbia ufficialmente scelto il distillato biologico del Signor Parker, ci pare un ottimo viatico. Dal racconto di aneddoti legati a questo onore, è iniziata una discussione non solo interessante ma educativa.
Il Gin era presente in due versioni, con gradazioni diverse prodotte con solo e dico solo quattro “botanici”, una più leggera, il Juniper Green, incredibilmente morbido e beverino, per via del alcol biologico di altissima qualità usato come base, e l’altra prodotta inizialmente per l’esclusivo Carlton Club di Londra.
Ha vinto svariate medaglie, meritatissime, per la qualità e per la eco sostenibilità del progetto, “l’unico Gin al mondo con la nuova ed esclusiva certificazione di ingredienti derivanti da coltivazioni selvatiche”.
Un Gin, ma sopratutto un personaggio che forse meritava più attenzione.