Si tratta di un dato di fatto: il Gin è italiano, almeno quanto è britannico o olandese.
In Italia per la prima volta si provò a distillare il ginepro; italiane sono le bacche (o coccole) di tre dei cinque gin più venduti al mondo (parliamo di oltre duecento tonnellate di ginepro ogni anno).
La presenza del made in Italy nel mondo del Gin è consolidata ma forse ancora poco conosciuta, da secoli si distillano coccole provenienti dal suolo italico e questo Rinascimento odierno in parte lo si deve anche a tutti i bartender italiani piazzati nei locali chiave, che dal loro punto di vista hanno trainato questo movimento, principalmente dall’estero: senza l’apporto della loro creatività, il Gin non sarebbe diventato il principe tra i distillati da miscelazione e senza la loro ricerca per la qualità, non avremmo mai avuto la tendenza a produrre Gin sempre migliori, partendo dalle migliori materie prime.
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Scontiamo in Italia ritardi strutturali che non permettono di reagire ai trend in maniera repentina: nascono solo oggi le prime distillerie ad hoc per produrre Gin territoriali, fenomeno che nel Regno Unito, Germania, Paesi Bassi, Belgio, Stati Uniti, ma anche in Sud Africa, Nuova Zelanda e Australia, è ben consolidato. Chissà tra qualche secolo una di essere potrà diventare una “Gin dinasty” importante, che finalmente possa dare lustro a un frutto della nostra terra.
Dall’estero da noi si aspettano Gin non ortodossi, che non seguano la tradizione britannica, non dei classici London Dry, ma qualcosa che sappia ampliare lo spettro dei sapori del Gin. Un altro fatto, forse più noto fuori dall’Italia, è che il numero di specie vegetali presenti nel nostro territorio, è molto ma molto superiore a quello presente in tutta Europa: qui c’è più materiale con cui sperimentare e creare ricette.
Da qui si deve partire per un Gin italiano. E infatti si evidenzia una tendenza a produrre Gin che potrebbero essere definiti regionali: sappiamo bene quanto ogni città o territorio possa essere fiero delle proprie peculiarità, iniziamo quindi a vedere espressi questi legami anche nel Gin. A base di uva, oppure con evidenti richiami allo storico e unico patrimonio liquoristico, o con connessioni con il mondo della cucina, molteplici possono essere gli approcci da usare nelle ricette. Sarà sempre più frequente sentire chiedere nei bar, se offrono Gin locale.
Negli ultimi anni il Gin italiano ha fatto passi da gigante, da piccola nicchia di mercato, da chicca per pochi appassionati, ormai è normale vedere spuntare eventi, bar tematici dedicati al Gin in ogni dove. Le oltre 100 etichette italiane presenti sul mercato, ci raccontano di una vivacità imprenditoriale che prima era di pochi pionieri, ora invece è trend solido in cui lanciarsi, provando a dire la propria. Aver avuto una manifestazione come il The Gin Day, che ha saputo raccogliere quasi tutte le voci del panorama, ha aiutato ad avere una fotografia precisa di quello che è il movimento del Gin in Italia, contribuendo a una crescita complessiva.
Un enorme grazie è dovuto a chi in questi anni ha creduto in questo “spirito” aiutandolo a diventare quello che è oggi, a tutti i produttori, gli imprenditori, i distributori, gli importatori, a tutti i bartender che hanno offerto Gin nei loro locali, a chi gira con i vari brand raccontandoli nei dettagli, a tutti i giornalisti e i blogger che negli anni si sono avvicinati e hanno usato le loro parole e le loro immagini, aiutando la causa comune. L’unione di tutti gli sforzi, ognuno per il proprio motivo, è stato utile e proficuo.
Un ringraziamento ancora più grande, se possibile, va agli oltre 70.000 visitatori di ginitaly.it del 2017, a chi segue su tutti i social, a chi incalza con domande, a chi commenta, a chi apprezza quello che Gin Italy riesce a proporre: il vero motore di questa Gin-Rivoluzione, siete Voi o meglio Noi amanti del Gin, noi che andiamo cercando in ogni bottiglia profumi, racconti e suggestioni.
Il 2018 ci porterà novità, decine di nuovi Gin da assaggiare, continueranno a uscire sul mercato versioni sempre più invecchiate, aromatizzazioni sempre più marcate, metodi di produzione innovativi se non creativi e mi aspetto qualche colpo clamoroso da qualche top player mondiale.
Di sicuro, avremo molto materiale di cui parlare.