Video intervista con Óskar Ericcson e Junio Carchini, fondatori del brand Himbrimi

Per puro caso, nel 2018, sono venuto a conoscenza dell’esistenza di Himbrimi Gin nella sua versione “Old Tom”.
La storia di Himbrimi mi ha da subito affascinato e da lì è nato un legame che mi ha portato a osservare da vicino la crescita di un marchio destinato al successo sin dall’inizio. Ho avuto anche il piacere di ospitare Himbrimi nella mia selezione “Craft Gin” al theGINday 2019 a Milano.
Gli esordi appunto risalgono a decenni fa, con un rapporto che si forma grazie a uno scambio scolastico, tra Reykjavík e Roma, e che si consolida nel tempo. Óskar inizia a prodursi il suo spirito da portare nelle sue rituali battute di pesca annuali e Junio che capisce che l’idea di produrlo commercialmente è ottima. Così nasce Himbrimi e da qui si parte per arrivare alla Brunnur distillery.
Un percorso che si basa su una ricetta forte e distintiva, ben rappresentata dalla grafica della bottiglia, che segue la scelta del nome Himbrimi, dedicata a un uccello caratteristico islandese.
Himbrimi è un Gin nato in Islanda, quindi intrinsecamente propenso a viaggiare e da subito è iniziato un bel lavoro di distribuzione globale.

Il passaggio successivo coincide con la messa in commercio di una versione altrettanto notevole di un “London Dry” e da lì un ulteriore diffusione. Attualmente è stato aperto un nuovo impianto produttivo, con uno speciale alambicco disegnato per sfruttare la geotermia tipica locale. L’obbiettivo è avere un impatto ambientale negativo, nonostante le difficoltà intrinseche dell’operare in un isola remota.
Quest’isola che regala a Himbrimi dunque la propensione all’esportazione e l’ingrediente principale in termini di percentuale di ogni Gin: l’acqua. Spesso sottovalutata, essa è la base di ogni prodotto (e della vita stessa). Quella islandese è rinomata per le sue caratteristiche e commercializzata nel mondo a cifre esorbitanti.
Himbrimi “Old Tom” è un Gin emozionale: rappresenta l’interpretazione personale di Óskar. Fatto con tanto Ginepro, accompagnato da Timo artico, elemento chiave della ricetta che dona la caratteristica colorazione e fiori di Angelica. Alla fine, si aggiunge del miele per ammorbidire la ricetta. Il risultato è un Gin che all’uso regala drink di assoluta qualità, che ci porta a esplorare col palato i luoghi del cuore del Óskar. Il “Winterbird”, la versione diciamo più classica, è perfetto in un Gin and tonic, o nel Martini perfect serve del brand ambassador Daniele Giannascoli, in abbimento con l’Old Tom.
