La Global Bar week del 2020: un enorme sforzo organizzativo per reagire alla situazione dovuta al Covid-19

Cos’è la Global Bar week? Quest’anno il Bar Convent organizzato da Reed Expo ha dovuto fare i conti con la pandemia e come già annunciato l’evento fisico di Berlino è stato annullato, trasformandosi in un momento globale di aggregazione. Dal 12 al 18 di ottobre sono state decine le conferenze, i seminari di approfondimento offerti gratuitamente sulla piattaforma lanciata ad hoc.
Notevole anche la funzione della Global Bar week che ci ha permesso di metterci in contatto con i produttori, gli operatori. È stato infatti possibile programmare degli appuntamenti virtuali nei quali scoprire le ultime novità, come se fossimo a Berlino, purtroppo senza avere la possibilità di degustare. Sarà interessante scoprire come continuerà a evolvere questa opzione nel futuro. Sarebbe molto bello, se e quando si tornerà a partecipare di presenza a questi eventi, che ci fosse questa possibilità di prendere appuntamenti pre e post fiera.
La Global Bar week ha visto la cooperazione tra gli eventi targati Bar Convent e la manifestazione londinese Imbibe, qualcosa che nella geopolitica di questa industria rappresenta un vero e proprio attacco frontale a tutti i competitori mondiali.
Io ho partecipato come ogni anno a questa edizione con curiosità, è stato utile prendere nuovi contatti e anche consolidarne alcuni già esistenti, e ho scoperto nuovi Gin notevoli e imparato parecchie cose dai seminari, sempre molto vari e interessanti. Queste le esperienze più notevoli della mia Global Bar week:
- Dal Giappone, un Gin moderno e fatto con cura. Aiki Gin si presenta con una bottiglia di impatto e con una distillazione precisa. Fatto in due versioni, è in arrivo anche sul mercato italiano.

- Dalla Tasmania in Australia, McHenry Distillery, distribuito anche qui da noi, vuole colpire anche per la purezza della sua acqua. La posizione dell’isola dov’è prodotto fa si che che tutte le precipitazioni siano senza smog. Notevole la storia dietro il Federation Gin, voluto dal parlamento di Camberra: una ricetta con un ingrediente per ogni stato dell’Australia, per un Gin che vuole essere simbolo di un continente intero. Da annotare, che il Ginepro usato è italiano.

- Dal Belgio arriva Moon Gin, in due versioni. Quella “nera” è un Gin moderno, nato dall’idea di due amici, che in poco tempo sono arrivati a essere uno dei Gin più venduto nel loro paese. Quella nera è distillata anche con delle ciliege, per un Gin fruttato ma non stucchevole.

- Sempre dal Belgio, Marula Gin ci racconta la storia di questo frutto africano, chiamato marula appunto, così zuccherino da fermentare velocemente a terra, così da inebriare anche gli animali che ne sono ghiotti, tra cui gli elefanti. Un Gin dolce ma senza aggiunta di zuccheri, che con la sua naturalezza può essere scelto per dei twist esotici in quei drink che prevedono l’uso di sciroppi vari.

- Dalla Francia e da un grande produttore vinicolo, arriva Cantarelle, a base di alcol d’uva ovviamente. Già presente anche l’anno scorso al Bar Convent, ho avuto modo di assaggiare anche l’allora appena lanciata edizione affinata in anfore di terracotta italiane. Morbida e senza la forte connotazione che danno altri metodi di affinamento ovviamente, il tempo ha sicuramente il suo effetto.

- Dalla Germania, Birds Dry Gin: un bellissimo design per un Gin fatto in piccoli lotti, a base di basilico, in onore di uno dei cocktail più in voga da anni in Germania, il Gin Basil Smash. Il produttore fa anche un altro prodotto a base di distillato di Riesling, aromatizzato e poi di nuovo distillato con una ricetta speziata e botanica. E poi, per ogni bottiglia acquistata, il produttore si impegna a piantare un albero in alcune parti del mondo, selezionate tramite la onlus Eden Reforestation Projects.

- Dalla Scozia e già in Italia, the Old Curiosity distillery mi ha illustrato la sua ricca linea di Gin aromatizzati con erbe e ingredienti tutti coltivati in proprio. Spettacolari le immagini che raccontano tutti i passaggi fino ad arrivare alla distillazione, il loro giardino botanico diviso tra erbe coltivate e quelle lasciate crescere selvaticamente, tra cui del Ginepro comune.

- Con un forte legame con la Scozia, ma proveniente dall’Ontario in Canada, Blacks Distillery, vuole qui importare l’arte della distillazione. Si parla di arte perché il fondatore è alla ricerca delle migliori varietà locali di grani e cereali in genere, da fermentare e poi distillare per la sua linea di prodotti. Il Gin prodotto con nove botanici è fatto con un controllo totale di tutta la lavorazione.

- Dall’Alabama, John Emerald Distilling è la prima distilleria aperta dopo il proibizionismo. Incentrata sugli antenati, ogni prodotto ha il nome dei famigliari del fondatore, che nella nostra video chiamata, si è presentato accompagnato dal padre, tipico moonshiner di quelle parti. Si inizia dalla produzione di un alcol di base a base di mais, per poi aggiungere del locale Ginepro virginiana, rendendo questo Gin l’unico al mondo in cui è dichiarato l’uso di questa specie in particolare. Da assaggiare sicuramente anche solo fosse per questo motivo.

- Dalla verde Irlanda ci arriva la notizia di una scoperta botanica: sono stati avvistati degli esemplari di Juniperus communis nella parte ovest dell’isola, non ci è dato sapere la contea. Il produttore Lough Ree Distillery ha ben pensato di farci un Gin monobotanico: Aiteal è fatto con solo Ginepro irlandese. Una vera chicca.

- Notevole anche l’esplosione del fenomeno Gin in paesi nei quali fino a poco fa questo spirito era inesistente, almeno in apparenza. Autograph è prodotto in Sud Africa, in una nota zona vinicola. Un progetto fondato nel 2017 da una coppia, che ne cura personalmente ogni aspetto.

- Ne ho parlato con Martin Kraut, organizzatore del Praha Gin Fest, che nel 2020 sarebbe giunto alla quinta edizione, rimandata al 26 giugno 2021. Il Gin da quelle parti è al secondo posto tra le categorie merceologiche più in crescita e per ora non si avvertono cali di interesse. Poche le realtà locali, per lo più micro distillerie impossibili sembra, da esportare, bisognerà andare ad assaggiarle da quelle parti appena possibile.

- Dopo tanto Gin, mi sono concesso una digressione, da Singapore arriva un preziosissimo liquore di caffè: Nocturne Noir è fatto con un eau de vie francese che viene miscelato con i migliori chicchi di arabica della Colombia e poi invecchiato tre anni.

- Il mio ultimo incontro è stato con un produttore distributore di Ginepro dalla Repubblica della Macedonia del Nord, piccolo e tribolato stato dei Balcani. La capacità produttiva di questa azienda è di circa 1000 tonnellate annue di Ginepro, da destinare a tutte le industrie che lo usano, non solo ovviamente legate al Gin. Per queste settore, fornisce molte delle realtà di rivendita di questa materia prima, in Italia e in Europa, arrivando dunque a essere la dorsale aromatica per quanto riguarda il Ginepro, per molti, moltissimi prodotti che siamo soliti bere. La passione con cui mi è stata raccontata la qualità del Ginepro Macedone del Nord (non sia mai a chiamarlo solo Macedone eh, non ci si confonda), mi ha colpito e non vedo l’ora di assaggiare le due selezioni destinate alle distillerie, tra cui la “jumbo”, con galbuli selezionati dai 7 mm in su, che se tanto mi da tanto, dovrebbero essere di una dolcezza unica.
Insomma la Global Bar week di questo 2020 è stata ricca di occasioni, ha offerto una moltitudine di strumenti gratuiti per i professionisti, che così hanno potuto accrescere il proprio bagaglio di conoscenze e fare rete.