Il primo concetto che mi è balzato in mente, appena vista la possibilità di richiedere l’accredito per il Vinitaly 2017, è stato “il terroir”.
Un concetto, un’idea, una modalità di espressione ben precisa nel mondo del vino e invece così vaga e mal usata nel mondo del Gin. Per questo motivo GinItaly va al Vinitaly, per imparare, per conoscere e capire quei passaggi che possono anzi dovrebbero essere mutuati da altri mondi affini.
Sappiamo che per la sua storia il Gin è l’unico distillato cosmopolita, quasi per definizione, e quindi il concetto di “terroir” in una ricetta con “botanici” provenienti da due o tre continenti è molto lato: ma ormai è ben indirizzato il nuovo trend di micro distillerie, spesso provenienti da luoghi invitanti, che tentano di rappresentare, nelle ricette “il loro terroir”.
È possibile visitare, viaggiare luoghi così diversi tra loro, sorseggiando i nuovi Gin di qualità sul mercato, a patto di conoscerli e saperli individuare, ed essere motivati dalla giusta curiosità. Le centinaia di distillerie presenti nel Regno Unito, ad esempio, cavalcano questo concetto, e ormai abbiamo un territorio quasi interamente occupato e rappresentato, e anche noi possiamo approfondirne i profumi e i sapori.
L’Italia del vino, è una fotografia precisa di tutta la penisola, al Vinitaly sono presenti produttori di ogni micro area, migliaia le sfumature, e mai nessuno che si inventi di aver rinvenuto la tale procedura di produzione del suo vino, in un cassetto, magari del nonno, com’è abitudine fare nel mondo del Gin.
Possono essere altre le chiavi per parlare del proprio Gin, per raccontarlo e in questo abbiamo molto da imparare, per questo motivo si va al Vinitaly 2017.
Non mancherà ovviamente una visita di GinItaly agli ancora pochi produttori di Gin presenti a Verona: piano piano, timidamente, qualche bottiglia si affaccia su questo palcoscenico, ottimo segno!