E finalmente il Bartender’s Xmas #BCB2021

Dopo due anni, è tornato il Bar Convent Berlin, e che dire, era mancato! 

Una fiera internazionale di 3 giorni durante la pandemia, non è cosa facile da organizzare, quindi è d’obbligo iniziare questo articolo con i complimenti e i ringraziamenti per chi lavora per elevare sempre di più il livello del BCB. Dal management curato dalla direttrice Petra Lassahn, anello di congiunzione tra vecchia e nuova “proprietà”, fino ad Angus Winchester, che sta innovando il panorama mondiale con i seminari che sceglie di proporre. 

Per me è stata la sesta volta con un accredito “stampa”, e in quanto ospite osservatore, ho visto cambiare di molto la manifestazione, una cosa è sempre la medesima: la cura dei dettagli. In quest’anno era cruciale, e tutto è andato fin troppo liscio. La nuova zona scelta è facilmente raggiungibile, molto spaziosa, con ampi sbocchi anche all’aperto. L’atmosfera è stata molto rilassata.

E il Gin?

Forse l’attenzione nei confronti del Gin in questa edizione è diminuita, lo testimonia anche l’assenza di seminari specifici, ma la presenza di nuove etichette è stata notevole: cambiano le zone di produzione. Si affacciano sul mercato produttori ben attrezzati provenienti da nazioni che fino a qualche tempo fa non avremmo mai associato al Gin. Forse quest’anno, hanno fatto più rumore le assenza che le presenza, ma i presenti erano lì con creazioni solide e consistenti. 

Ho fatto le mie chiacchiere con i produttori, per scovare le cose più innovative e interessanti, vi lascio una carrellata di immagini e descrizioni di ciò che mi ha colpito maggiormente

Dal Paraguay, Lynch Gin, a base di uno spirito di zucchero di canna, ridistillato ad altissima gradazione, per togliere quasi tutto il sapore caratteristico e poi infuso con una ricetta fatta con ingredienti locali, quali chuchuhuasi o erba mate. Un Gin molto morbido e caratteristico, che si inserisce in un trend ormai consolidato nel Sud America. 

Da cartagena in Colombia infatti arriva Astutto, sempre a base di canna da zucchero, creato con altri 33 ingredienti, per una rappresentazione della biodiversità nazionale

Dalla Grecia, Mataroa arriva con le sue bellissime bottiglie, nelle due versioni, quella mediterranea, moderna e fresca e quella “pink”, che va ad accarezzare si la moda di questi Gin colorati ed edulcorati, ma ne propone una reinterpretazione molto secca e senza zucchero, fruttata ma non dolce.

 

Dalla Francia,  Distillerie Manguin ha portato degli interessanti spiriti a base di olive. Un distillato, una vodka e un Gin, tutti fatti con questo ingrediente. Il Gin ha un profumo notevolmente interessante e farà comodo nei bar di alto livello, per dei Martini pensati ad hoc. I produttori sono stati molto vaghi nel descrivere la produzione, brevettata, che arriva a trasporre il profumo e il sapore delle olive in maniera davvero speciale.

Dalla Lituania una nuova distilleria, Pakruojis Manor Distillery, offre una serie di distillati molto particolari e di super qualità, e ovviamente anche un ottimo Gin, molto botanico e naturale. Mi è piaciuta l’innovazione dell’offerta della ditta. 

Dalla Slovenia, Parson Gin ci ricorda dell’importanza di un imbottigliamento che faccia effetto: un esercizio di stile davvero notevole.

Ginsanity dalla Germania ha presentato una variegata offerta di Gin, anche aromatizzati, tra cui quello al caffè e al tartufo bianco di Alba. Prodotti molto settoriali direi, ma ben realizzati. 

Hayman’s of London si inserisce nel grande mondo dei Gin agrumati, con questo “Exotic citrus Gin” di facile uso e beva. Quando la semplicità vince, a man basse. Basta andare a forzare una delle dorsali aromatiche chiavi del Gin, per realizzare un prodotto che vorremmo non finisse mai. 

Sempre da Londra, No.3 lancia una sua linea di drink premiscelati, a partire da questo Vesper Martini creato da Alessandro Palazzi del Duke Bar. Perfetto da tenere in congelatore.

Da un’altra delle patrie del Gin, i Paesi Bassi, e prima di arrivare dalle nostre parti, Hooghoudt presenta la sua linea di Genever. Prodotti con un’aria fresca nelle etichette, e con la giusta ortodossia nel liquido. Perfetti per la miscelazione e da poco distribuiti anche in Italia.

La cura di Marian Beke nel presentare i suoi drink. Al BCB era a presentare la sua versione di un Vermouth Del Professore. 

E poi c’era Leonardo Leuci con la sua ultima creazione, un London Dry che si affianca alla linea Del Professore. The Fighting Bear è fatto con soli quattro ingredienti, distillato a Gubbio dal Master distiller Giacomo nel migliore dei modi possibili.

Gin Brado è stato presentato a Bar Convent Berlino 2021, è il nuovo prodotto della collezione Enrico Toro. Raffinato ed equilibrato, colpisce per la bottiglia, che racchiude un Gin molto centrato e persistente. 

Berlino come ogni anno mi accoglie con calore, non è mancata una visita al Buck and Breck, per godere della splendida aurea del locale e degli ottimi drink. L’appuntamento per il prossimo Bar Convent Berlin è dal 10 al 12 ottobre 2022

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