Craft Gin al theGINday 2019 a Milano


Lo stand Craft Gin all’interno del theGINday è un contenuto offerto da bartender.it in collaborazione con Gin Italy

Un’esposizione di Gin artigianali provenienti da varie parti del mondo remoto del Gin. Abbiamo viaggiato tra specie diverse di Ginepro e ingredienti endemici di nazioni lontane, quali Sud Africa, Singapore o Libano. Craft Gin ha ricevuto numerosi feedback positivi, per via delle numerose novità sconosciute presentate. C’è da notare infatti che pochi dei Gin presenti erano distribuiti in Italia, quindi impossibili da reperire sul mercato, se non online.
Il progetto di Gin Italy ha riguardato la ricerca di brand davvero molto craft nel mondo, invitando alla partecipazione quelli scelti che hanno saputo evidenziare questa artigianalità nella produzione. In un settore dove il conto terzi è ben sviluppato, non è facile andare a pescare Gin di questo livello che sappiano approfondire la materia, innalzando la qualità. Craft Gin sarà riproposta per il theGINday2020

Questi i Gin presenti al Craft Gin:

  • Kalevala – Finlandia 
  • Al Craft Gin avevamo la versione ad alta gradazione di questo Gin finlandese: 50,9 % di un distillato a base di Topinanbur. Estremo, o lo ami, se ti piace il sapore carciofo, o lo odi. Sicuramente una particolarità che allarga lo spettro degli aromi del Gin. Ci è venuto facile immaginare un Negroni a base anche di Cynar.
  • Mataroa – Grecia
  • Un Gin mediterraneo, da produttore di Ouzo, con un forte richiamo quindi alle origini, tramite l’uso dell’anice stellato. Chi lo ha assaggiato ha percepito questo legame con la Grecia, tra bene e male. Molti concordavano con me, che forse è troppo anice, ma è una firma. Molto riconoscibile. Packaging notevole
  • An Dúlamán Irish Maritime Gin – Irlanda 
  • Quello che ha incuriosito di più. Gin marittimo della parte più selvaggia della parte atlantica al nord dell’isola chiamata Irlanda, il Donegal. Un ritratto fedele di quello che si sente camminando lungo una costa irlandese. Tutti immaginavano la sapidità, invece era salmastro, per via dei vegetali raccolti intorno alla distilleria sull’oceano. Tutti parlavano di Oyster Martini e crostacei. 
  • Himbrimi – Islanda 
  • Presente nelle due versioni, Old Tom e London Dry e in vendita anche nello shop dove le bottiglie sono finite: un successo. L’Old Tom, una versione del liquore che accompagna a pesca in Islanda, come fa l’uccello Himbrimi, da qui il nome. Piace bevuto liscio, i bartender vedono subito le possibilità d’uso per cocktail originariamente a base whisk(e)y. Il London Dry è più ortodosso, perfetto nel Gin & Tonic, caratteristicamente a base di Timo artico.
  • Eugin – Italia 
  • La terza distilleria indipendente a base Gin aperta in Italia, in Brianza. Due fratelli e molti contenuti, capitanati da Eugenio presente allo stand. Due le versioni di base, Nr. 7 e nr. 9: il sette è più complesso, ricco, con più ingredienti, il nove piace più agli integralisti come me. Settore sempre affollato, Eugenio ama raccontare tutta la passione che mette nella distillazione. Presente anche edizione limitata “Estate” a base di borragine, ortica e fiori di sambuco.
  • Peter in Florence – Italia 
  • Il primo tra i super premium artigianali in Italia: il Gin che ha saputo distillare tutta la classe di Firenze in una bottiglia che è sempre apprezzata da tutti. Tattile e profumato, chi lo assaggia nota l’alta qualità e la facilità della bevuta. Perfetto per il Gin & Tonic, senza fronzoli. Da sempre molto ricercato a tutti gli eventi a cui partecipa, anche all’estero.
  • 3 Brothers – Libano 
  • Gin da infusione a base di Ginepro phoenicea più altri 20 botanici. Sebbene non più scritto nell’etichetta, questa caratteristica, da disciplinari eu/usa e australia, lo esclude tecnicamente dalla categoria Gin, che prevedere il solo uso della specie communis. Ma è un ottimo modo per conoscere una nuova specie di Ginepro, con un’altra aromaticità rispetto a quella a cui siamo abituati. Chi lo assaggia, se bartender trova molteplici modi di usarlo, mi hanno parlato di molti spunti, varie preparazioni. Noi non addetti al bancone, invece concordavamo che è buono così, ma forse non tanto in un G&T.
  • Kaspers – Romania 
  • Il primo Gin di qualità prodotto industrialmente in Romania, più precisamente in Transilvania. Terra ricchissima di patrimonio botanico e Ginepri. Sfortunatamente si è scelto di dare troppo spazio ai fiori di Sambuco, ingrediente troppo caratterizzante di questo Gin, lo hanno notato tutti. Sicuramente interessante e da conoscere, forse bisogna lavorarci ancora un pò su. Si farà.
  • VD – Russia 
  • Gin davvero Craft da San Pietroburgo. Vyachelav (ma meglio Slav) è un chimico esperto e super appassionato di Gin. Una rarità assoluta assaggiare un Gin prodotto in Russia e che non sia di un’industria di grandi dimensioni. Ci ha presentato una sua versione base, una interpretazione della ricetta del Sipsmith, rielaborata in Russia, una bella sfida, molto riuscita. Morbida e perfetta per la miscelazione. Notevoli anche le 2 versioni infuse una con lamponi e l’altra con Ribes nero: ottime anche per l’uso del fruttosio come edulcorante, meno invasivo.
  • Tanglin – Singapore 
  • L’orchidea è uno dei simboli della città stato di Singapore: da qui l’idea di trasporla anche in questo Gin notevole. Floreale senza esserlo troppo, è ben bilanciato e moderno. Non classico ma riconoscibile tra tanti, ottima la tecnica della distillazione. Un Gin di classe che può elevare molti cocktail.
  • 6 dogs Karoo – Sud Africa 
  • Il Sud Africa, per via anche della doppia dominazione olandese e britannica, sta vivendo una fioritura di Gin notevole. Molti si affacciano già sul mercato internazionale con ricchi successi. Karoo della distilleria 6 dogs, è a base del fiore dell’acacia Karroo e lavanda selvatica e altri ingredienti endemici. Un’esplosione di sapore, l’ho lasciato sempre alla fine per l’assaggio, forse troppo forte, ma fantastico in un Gin & Tonic.

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