Abbiamo già parlato di questo brand, all’inizio dell’anno, della versione base di questo Gin e siamo assolutamente felici di poter parlare del Burleighs Distiller’s Cut Gin, il fiore all’occhiello di questa microdistilleria.
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Immaginiamo di voler intraprendere un progetto imprenditoriale legato al Gin, quale può essere la scelta migliore per iniziare?
Scegliere il miglior Mastro Distillatore sul mercato e affidargli il compito di costruire ricetta e impianto, permettendogli di esprimere
la propria Visione, ecco come nasce questa linea di Gin. Una creazione di Jamie Baxter, che con gli stessi 11 botanici riesce a offrire tre versioni differenti, ognuna caratterizzata a modo suo,
ognuna ben riconoscibile. Il Distiller’s Cut è il Suo Gin, quello realizzato in base ai propri gusti, quello immaginato nelle Sue preparazioni preferite, quello che lo rappresenta di più. C’è da
fidarsi e la curiosità era tanta.
Prodotto in una microdistilleria, in lotti da 400 litri, con una maniacale cura dei particolari, questo Gin che da poco ha festeggiato il primo anno di vita ha già raggiunto risultati notevoli: è stato distribuito da Harrods a 2 mesi dalla nascita, ad esempio inoltre è l’unico Gin
“Distiller’s Cut” che non si presenta come “edizione limitata” e qualcosa significherà.
Si presenta con abbondanti 47 gradi alcolici, quelli giusti per essere un Gin notevole, già dall’esterno. La sorpresa sta nell’aprire la bottiglia, il profumo è magnifico…caratteristico,
un London Dry, ma riconoscibile tra mille, la tempistica della percezione olfattiva è ben accordata, Ginepro-Agrumi-Fiori-Liquirizia a chiudere, un’esperienza circolare è
assolutamente piacevole, forte, decisa ma anche delicata.
Bevuto liscio, scalda il palato e lo ricopre di sensazioni, non brucia ma si fa sentire precisamente, è netta la percezione della qualità, forte la nota floreale, e poi gli agrumi, chiudono, lasciando un sapore pulito. Notevole, notevole, com’era quella storia che il Gin non si deve bere liscio?
Se vi capita un Gin di questa qualità, prodotto in maniera coerente, distillato ad arte, assaggiatelo anche liscio, o con del ghiaccio, per capire dove andranno a finire Quei
sapori in un GinTonico o nelle altre preparazioni.
Nel Martini il Burleighs Distiller’s Cut Gin è forte, centrale: il Vermouth si ancora al Gin e lo contorna delle giuste note, è morbido, bilanciato, davvero adeguato.
Nel Negroni, esalta la nota bitter del cocktail, l’amaro esplode e con esso l’amore per questa bevanda, pare davvero un Gin perfetto da miscelare in preparazioni con così pochi ingredienti, dove ognuno di essi è quindi fondamentale.
Il GinTonico lo consigliamo rigorosamente con una proporzione da “intenditori” ovvero 1 parte Gin, 2 parti acqua tonica, tanto ghiaccio e scorza d’arancia, questa volta evitiamo la coppa balloon, per evitare distrazioni, una tonica neutra e basta così. Ne risulterà una bevanda pienamente soddisfacente, tipicamente British, perfettamente British.
Concludiamo parlando dell’unico difetto che abbiamo riscontrato:
l’esclusività del Burleighs Distiller’s Cut Gin: non è un Gin per tutti o per tutte le volte, va cercato, scovato e poi goduto. Ci piacerebbe trovarlo ovunque, ci piacerebbe che Gin del genere
potessero essere conosciuti e usati ovunque, ma non sarà mai così, purtroppo.