Il Bar Convent Berlin è la più importante, meglio studiata, manifestazione sul beverage in generale, dedicata agli operatori del settore, del Mondo.
Non sono i numeri a renderla tale (11,064 visitatori paganti, in base ai dati di FKM Society of Voluntary Control of Fair and Exhibition Statistics, un ente che certifica i visitatori nelle fiere commerciali), ma la cura dedicata alla ricerca della più alta qualità possibile.
Non sarà tutto rosa e fiori, e ci sono stati dei problemi, prontamente ammessi dall’organizzazione e risolti in tempo reale, a causa di un numero di visitatori inaspettato, ma il BCB è una ricerca costante di contenuti interessanti per il visitatore.
Questa è la sua forza, questo gli si riconosce, ha un’etica alle spalle, è una manifestazione commerciale di successo, ma con alla base una visione precisa.
La decima edizione ha visto crescere gli espositori, i brand presenti e i visitatori, oltre ogni aspettativa, i partecipanti hanno potuto scegliere tra decine di seminari di qualità e approfonditi (seguitissimi tra l’altro quelli del gruppo di Italiani Mauro Mahjoub, Fulvio Piccinino, Giuseppe Gallo, Leonardo Leuci, Antonio Parlapiano, un dream team di eccellenze invidiabile) e un’offerta infinita di cocktail preparati ad hoc presso gli stand di ogni brand. In pratica, impossibile provare tutto, impossibile conoscere tutto, assistere a ogni evento, assaggiare ogni prelibatezza.
I Gin presenti al Bar Convent Berlin erano più di 300, disponibili in un centinaio di stand, che vuol dire una possibile scelta di cocktail a base di Gin davvero infinita, tutti preparati da Bartender competenti e gentili, a disposizione per esaltare il gusto, la ricetta dei prodotti presentati; un paradiso in pratica.
Notevole la ricerca nel design degli stand, sia quelli dei grandi marchi che quelli piccoli, ma agguerriti: ho particolarmente apprezzato ovviamente quello della Gin Guild, molto di sostanza, con una lista di Gin notevoli sotto ogni aspetto (Brighton Gin, Blackdown Sussex Gin, 6 O’clock Gin, City of London Distillery, Cotswolds, East London, Jensen’s, Juniper Green e Warner Edwards). Gustoso anche quello della Finlandia (Helsinki Dry Gin e Kyrö Distillery, per quanto riguarda i Gin): fare gruppo a quanto pare, paga. Sarebbe un sogno vedere uno stand di Gin Italiani, insieme, che collaborano in modi simili. Un’idea per il BCB 2017?
Una vera chicca, per i produttori, sono i seminari di Distill Ventures, l’incubatore di start up del settore beverage.
La lista di personaggi presenti è lunghissima e sopraffina, da Dale DeGroff in giù. Io ho scelto di intervistare quello che per me è stato il più importante, al quale negli anni ho chiesto informazioni e che è sempre stato disponibile, uno di quelli che fattivamente ha contribuito ad innalzare la qualità nel mondo del Gin, Angus Winchester, ambasciatore emerito del Tanqueray. Una chiacchierata dietro le quinte, che col suo stile impeccabile ha offerto spunti notevoli.
Il Bar Convent Berlin è la gente che ci incontri, c’è un’atmosfera rilassata, nella quale si riesce a parlare meglio, anche tra italiani, come faceva notare Luca Pirola, l’organizzatore della più grande manifestazione a base di Gin al Mondo: ringrazio davvero di cuore tutti quelli con cui ho scambiato chiacchiere e opinioni, per aver reso la mia, un’esperienza memorabile.