Uno dei soci del Botanical Club contattò Gin Italy tempo fa per uno scambio di vedute riguardo una folle idea: distillare il proprio Gin all’interno di un bistrot/cocktail bar!
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Ricordo precisamente la fine di una telefonata, con i miei auguri ad Alessandro, necessari, vista la mole di burocrazia da affrontare per un progetto del genere. Con sorpresa e meraviglia ho seguito da lontano l’evoluzione del locale, fino alla tanto agognata notizia: la settimana scorsa è stato prodotto il lotto primordiale di quello che sono sicuro diventerà un ottimo Gin!
Impossibile non passare a dare un’occhiata: nella toccata e fuga milanese per il Gin Day 2015, la scelta è stata questa.
Il Botanical Club è perfetto in ogni aspetto, l’ambiente, il servizio, la musica, i cocktail superlativi di Katerina Logvinova (Brand Ambassador di Elephant Gin per giunta), la cucina a vista, ma quell’alambicco per gli appassionati di Gin è sicuramente l’attrazione che più incuriosisce. Tra l’altro, esiste qualche altro posto al mondo simile al mondo? Ce lo siamo domandati, ma non siamo riusciti a rispondere.
Il Gin appena prodotto che abbiamo avuto il piacere di assaggiare è un prototipo che procede verso la strada giusta, con una cura precisa dei particolari, l’alta qualità che ci si aspetta, profumi e sapori ricchi. Tempo al tempo, e sarà possibile degustare un ottimo Gin, nel frattempo ci sono una cinquantina di brand accuratamente selezionati tra cui scegliere, una selezione davvero mirata, votata più alla qualità che alla moda.
Quella sera ho avuto anche la fortuna di incontrare lì Federico, il produttore di Fred Jerbis, un nuovo Gin friulano che recensiremo presto e Magdalena e Timo di The Duke Gin, un Gin di Monaco di cui abbiamo già parlato, per delle belle chiacchierate informali a base di Gin.
In sostanza è un paradiso.
È bene precisare, una volta tanto, che le consumazioni sono state pagate (e ci mancherebbe!), nessuno ha chiesto di essere pubblicato, questo è un articolo spassionato e meritato, non concordato, e nemmeno sarebbe stato concordabile.
Semplicemente il Botanical Club merita una visita, perché le scelte sono state coraggiose e anche le idee folli, perseguite nel modo giusto posso realizzarsi.
