5 anni di Gin Italy, considerazioni e previsioni

Gin Italy, il primo sito italiano dedicato interamente al Gin, compie 5 anni. Nel 2013 la realtà locale era quasi inesistente, ma all’estero c’era già un gran fermento intorno a questo spirito.

 

Gin-Italy-lettering

Nel 2013 erano pochissimi i marchi italiani di Gin in commercio, giusto una decina tra quelli “presentabili” e che non fossero prodotti di linea, dedicati a una miscelazione dai grandi numeri. Pochissimi gli articoli da leggere in italiano, da qui l’idea di aprire un blog che servisse a diffondere l’amore per questo distillato.

Dopo tutto questo tempo, posso dire d’aver capito qualcosa a riguardo…

Gin e Ginepro, a prescindere dai volumi di vendita, dalle curve (finora sempre crescenti) dei grafici aziendali, sono in grado di attrarre l’attenzione del vasto pubblico. In questo momento apparentemente florido, con un’offerta smisurata di bottiglie in arrivo da ogni dove, con ingredienti che mai nessuno avrebbe potuto prevedere fino a poco tempo fa, l’attenzione resta sempre alta.

Nel 2013 nessun esperto analista avrebbe previsto questa prolificazione di distillerie e di Gin. Le percentuali annuali di crescita lasciavano intuire un trend positivo a livello mondiale, aprendo nuovi spiragli anche in Italia, ma che si potesse arrivare a questi numeri, è stata una piacevole sorpresa.

La Ginclopedia di Gin Italy attualmente raccoglie più di 150 prodotti diversi, tutti italiani, con novità in arrivo ogni settimana, da ogni parte della penisola (mancano all’appello solo un paio di regioni).  Come dire, il Gin è più vivo che mai.

Nella sua millenaria storia, questo è il momento di maggior splendore del Gin: apprezzato globalmente, continua a ricevere fior fiori di investimenti da parte dei grandi gruppi che controllano il mercato, senza apparenti segnali di stop, i consumatori continuano ad approcciarsi a questo spirito, che ne riesce ad attrarre sempre di nuovi.

Quindi va tutto bene?

No. Troppe sono le “distorsioni”: Gin, che 10 anni fa non avrebbero avuto ragione di essere e chissà tra 10 anni. Troppe le etichette sfacciatamente troppo fantasiose che si allontanano dalla radice del Gin. Troppi quelli che cercano spazio in questa industria in mille modi.

L’equazione del regolamento EU del 2008, che ogni spirito contenente Ginepro equivalesse a Gin è, a posteriori, sbagliata.

Dell’alcol neutro aromatizzato con del Ginepro, senza essere distillato, non può essere equivalente a bere ciò che esce da una lenta lavorazione con l’alambicco. Organoletticamente sono due prodotti ben differenti, ma queste differenze non sono riportate sull’etichetta. Il consumatore non ha modo di sapere com’è prodotto ciò che sta acquistando. Ci sono modi ortodossi, innovativi, creativi, tradizionali di produrre Gin e ci sono modi “facili”. Di tutto ciò il consumatore deve essere edotto.

Come nell’industria alimentare, dove è fatto obbligo di inserire tutti gli ingredienti, così dovrebbe essere per il Gin: bisognerebbe specificare se si parte da “botanici” secchi o freschi o se si usano estratti, essenze, aromi artificiali o naturali.

L’arte della distillazione del Gin va preservata.

Ovviamente, riporre la fiducia nel legislatore europeo, in un’industria che sta per essere falcidiata dalla Brexit, è utopistico.

I prodotti “artigianali”, distillati con cura hanno più possibilità di sopravvivere in futuro, a parità di investimenti legati al marketing. E questo fenomeno sarà destinato a crescere sempre di più, dividendo il Gin in 2 categorie principali. I Gin “da linea” e quelli che non lo sono e vanno usati e bevuti con più cura.

Nostro sarà il compito di indirizzare i consumi verso quelle realtà che scelgono vie impervie ma solide: quei brand che davvero si impegnano per radicarsi nel proprio territorio, di farsi vanto della loro provenienza, che apportano ricchezza, al movimento del Gin e in termini di occupazione. Nostro di chi da 5 anni segue Gin Italy con tanta attenzione.

Proprio oggi le visualizzazioni del 2018 di questo sito hanno superato quelle dell’intero anno passato, con una crescita solo organica costante. Segno che c’è una forte attenzione per i contenuti di qualità e non solo per le ultime novità quotidiane. Gli articoli più letti sono sempre quelli che parlano del Gin approfonditamente a 360°.

Chi legge Gin Italy ama davvero il Gin e continuerà a farlo in futuro, così come io, nel mio piccolo, continuerò a parlarne, testimoniando questa nuova età dell’oro, cercando di selezionare come sempre argomenti che arricchiscano.

A tutti, grazie di cuore per l’attenzione. Mai avrei immaginato quella sera del 3 settembre 2013 che aprire una pagina su facebook sul Gin potesse portarmi così lontano, ma è tutto merito Vostro.

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